Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro e anche adesso che l’ho terminato non so bene quali parole usare per descriverlo.
Maggie Nelson scrive in prosa il suo amore per il colore blu, del suo rapporto, dei significati e delle sfumature di questo colore, attraverso un parallelismo con le sfaccettature che possono esserci nelle emozioni che proviamo.
È il dolore quello che sentiamo principalmente in questo libro, il suo, per la fine di una relazione e per la sofferenza di un’amica quadriplegica, per l’angoscia di una vita che mette di fronte al dover accettare sempre la fine di qualcosa.
Perché desiderare di dimenticare quanto hai amato qualcuno – e, poi, dimenticarlo per davvero – può farti sentire, a volte, come se uccidessi un magnifico uccello che aveva scelto, per nientedimeno che un miracolo, di crearsi un habitat nel tuo cuore. Ho sentito dire che questo dolore si può trasformare, in realtà, accettando “l’impermanenza fondamentale di ogni cosa”. L’accettazione mi disorienta: a volte mi sembra uno sforzo di volontà; altre volte una resa. Spesso mi sembra di essere sballottata tra i due opposti. (mal di mare).
Avvia così un’esplorazione su amore, desiderio, perdita, riuscendo a raccontare tutta quella parte delle emozioni complesse che proviamo ma di cui non possiamo parlare, perché non sappiamo come renderle belle seppur dolorose. Così collegandole al colore blu, riusciamo a vedere qualcosa, a comprendere l’universalità delle sue esperienze e quasi a provare qualcosa di mistico, che solo leggendo si può capire.
Un libro per chi riesce a vedere oltre, le parole, le cose, i colori.
Titolo: Bluets
Autore: Maggie Nelson
Editore: Nottetempo