God Save the Queer

Una delle tematiche che non ho mai approfondito abbastanza ma della quale sono sempre stata molto curiosa riguarda il legame tra cattolicesimo e femminismo e se queste due visioni possano convivere nella stessa persona.

Michela Murgia, cattolica e tra le più famose femministe italiane, pensa di sì e in questo libro spiega il perché.

Sono stata cresciuta con un’educazione cattolica e per gran parte della mia infanzia e adolescenza ho frequentato la chiesa credendoci.

Crescendo le domande sono diventate sempre di più e le risposte sempre meno convincenti.

Credo di non aver trovato persone in grado di risolvere i miei dubbi e a poco a poco, anche per i miei studi in filosofia, il concetto di fede stessa è diventato sempre più traballante.

Quando poi la consapevolezza dei miei valori, il mio desiderio di mondo inclusivo, si è scontrato con una chiesa cattolica falsamente aperta a tutti e fortemente patriarcale ho capito definitivamente che tutta quella roba non faceva per me.

Eppure una certa fascinazione per le speculazioni teologiche mi è sempre rimasta e in questo libro di Murgia ho trovato del materiale molto interessante e stimolante sia come puro esercizio intellettuale, sia come ammirazione per le persone che si appassionano a qualcosa e la studiano ossessivamente per capire e dare un senso al tutto.

Non mi aspettavo che Michela Murgia fosse così preparata sull’argomento ed ho apprezzato moltissimo il suo approccio sfidante e le sue teorie sensatissime su concetti di fede che andrebbero sicuramente ridiscussi.

Una delle conclusioni più interessanti alle quali arriva e che oggi sta mettendo in pratica con la sua idea di famiglia queer si rifà al concetto di Trinità in rapporto con l’umano.

Si chiede come sia possibile che

Dio che è tre volte amore in relazione non gerarchica non abbia rovesciato sin dalle fondamenta i legami tra 3 cristian3. Perché non ha scardinato la struttura della famiglia patriarcale piramidale, opposta al cerchio, nel quale l’amore e il potere sono mescolati in modo tanto viscerale che la maggior parte delle persone continua a scambiare l’uno per l’altro? Intuite le miserabili conseguenze di un amore che si ferma al numero due, perché chi pratica la fede della Trinità non ha aperto come una noce il concetto di coppia, ma lo ha anzi sacralizzato attraverso un sacramento, quello matrimoniale, inventato di sana pianta fuori tempo massimo? Perché una religione che può contare su un patrimonio simbolico unico e originale come quello trinitario insiste a riprodurre e legittimare forme di struttura della società che non corrispondono in nulla al respiro spirituale che Rublën ci ha restituito nel suo dipinto, e anzi ne sono in parecchi casi la negazione?

Le domande sono tante e alcuni interrogativi diventano ovvi: sul perché ci si chieda se Dio sia maschio o femmina, padre o madre se si parla di “un amore plurale e moltiplicativo, che non ha bisogno di ruoli né di generi per fare spazio intorno a sé”.

L’ammissione che chi è credente e femminista sia in costante contraddizione logica c’è, ma lei pone le sue conclusioni ponderate e sensate come volendo dire di aver capito cose che ancora la chiesa cattoliche non ammette e forse non ammetterà mai ma è proprio studiando e analizzando i testi che si può serenamente arrivare alle sue “conclusioni”.

La domanda che mi sono posta io alla fine di questo libro: si può essere persone femministe e cattoliche nello stesso tempo?

Per me no.

No perché nel concetto di cattolicesimo di Murgia ci sono cose che il cattolicesimo d’oggi neanche lontanamente ammette, perché il ruolo della donna nella chiesa è ancora fortemente limitato e di servizio, perché al papa quando è stato chiesto se potrà mai esserci una donna papa ha risposto con una supercazzola pazzesca in cui conclude dicendo che la chiesa è femminile, è donna, LA Chiesa, perpetuando sempre all’unico ruolo permesso alla donna di generatrice e madre che non ha però nessun diritto di stare al potere e contare qualcosa nelle decisioni importanti.

Ritengo però che questo saggio possa essere un ottimo spunto per chi crede ed è alla ricerca di nuove interpretazioni ma anche per chi non crede, sia come esercizio intellettuale ma anche per capire il concetto di famiglia queer e di amore collettivo che negli ultimi tempi ha destato molta curiosità nell’opinione pubblica.

Un libro che apre al dialogo e come ha scritto Murgia:

Accettare la queerness come passi cristiana significa riconoscere che il confine non ci circonda, ma ci attraversa, e che quel che avvertiamo come contraddizione è in realtà uno spazio fecondo di cui non abbiamo ancora compreso il potenziale vitale.


Titolo: God Save the Queer

Autrice: Michela Murgia

Editore: Einaudi

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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