Roma, 10 luglio 2022

Caro Diario,

ma quanti anni saranno passati dall’ultima volta che ti ho scritto?

Sicuramente più di venti, ma direi che è meglio non pensare a tutto il tempo che è passato, piuttosto pensare a quanto sia incredibile che io oggi sia qui a scriverti, su un computer, dove tutti potranno leggerti mentre prima ti scrivevo su un quaderno che riponevo in una cassettiera a chiave, ancora prima su un quaderno con un lucchetto e adesso così: spudorata ed esibizionista.

La verità è che anche da bambina quando ho cominciato a scrivere sognavo che i miei diari un giorno venissero ritrovati, pubblicati e diventassero famosi, come quelli di Anna Frank, solo con meno tragedie.

Non so perché da piccola fossi così affascinata da questa bambine sfortunatissime.

Ti ricordi che mi sarebbe piaciuto vivere in orfanotrofio?

Lo sognavo perché avevo letto dei libri e visto dei cartoni animati con delle bambine che vivevano tantissime avventure, io invece di avventure non ne vivevo nessuna e quindi sognavo situazioni assurde affinché potesse capitarmi qualcosa di speciale.

Oggi per fortuna ho smesso di avere questi assurdi desideri di essere sfortunata ma non ho smesso di voler scrivere ed essere letta.

Non ho più l’ambizione di raggiungere un grande pubblico, ma direi che un diario aperto potrebbe essere divertente, perché no?

Dunque, caro diario, inauguriamo questa nuova pagina, dove quando mi andrà scriverò senza impegno di quellochecazzomipare, esattamente come su un diario si dovrebbe fare.

Spero ci divertiremo e spero che tu non ce l’abbia con me per essere sparita per così tanto tempo.

A presto,

Silvia

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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