Finalmente è tornato nelle librerie uno dei saggi più importanti del femminismo italiano, ovvero “Sputiamo su Hegel e altri scritti” di Carla Lonzi, pubblicato per la prima volta nel 1970 e scritto assieme al collettivo femminista di Rivolta Femminile.
Non è ben chiaro il motivo per cui questo saggio non fosse stato ripubblicato, per leggerlo era necessario scovarlo in qualche biblioteca o scaricare una versione in pdf che girava su alcuni siti che parlavano di parità di genere.
Oggi per fortuna il femminismo è tornato di moda (direbbe qualcuno) e forse è anche questo uno dei motivi che ha spinto la casa editrice “La Tartaruga” a ripubblicare l’intera opera di Carla Lonzi.
Questo saggio è fondamentale e un ottimo punto di partenza per studiare la filosofia femminista.
È un testo che richiede una minima base di filosofia, in particolare il primo scritto Sputiamo su Hegel perché va a contestare il filosofo tedesco Hegel e la sua teoria sull’esistenza di un principio divino femminile, che presiede alla famiglia e un principio umano virile, che presiede alla comunità.
Hegel riconosce nelle donne una passività “per natura”, che Carla Lonzi rifiuta e contesta aspramente.
Nell’interpretazione hegeliana della storia la donna non ha un ruolo e non può acquisire lo stato di cittadina.
Carla Lonzi mette in evidenza quanto perfino il marxismo, considerato a quell’epoca come l’unica alternativa possibile per costruire una società più egualitaria, abbia ignorato la donna come oppressa e le sue possibilità rivoluzionarie, motivo per cui sembra impossibile non inserire anche il marxismo all’interno sistema patriarcale, se non altro per una mancata critica o presa di posizione nei confronti dell’oppressione maschile sulle donne.
Un punto fondamentale che prende in analisi Carla Lonzi e che ancora oggi è fondamentale per capire fino a dove si spingono le radici del patriarcato è il fatto che escludere le donne da un discorso di oppressione o nell’interpretazione della storia, significa dire, anche se non apertamente, che le donne non hanno lo stesso valore degli uomini.
Questo concetto si collega perfettamente all’idea di sguardo maschile come sguardo dominante nella rappresentazione di tutte le opere con cui siamo stati educati: dal cinema alla letteratura, dagli scienziati ai politici.
Le donne non solo non sono rappresentate ma non sono mai state messe nella condizione di poter far sentire la propria voce e quella voce non è mai stata presa in considerazione quanto quella maschile.
Il problema femminile mette in questione tutto l’operato e il pensato dell’uomo assoluto, dell’uomo che non aveva coscienza della donna come di un essere umano alla sua stessa stregua.
Quando sono stati riconosciuti i diritti dell’uguaglianza delle donne con gli uomini, qualcuno ha pensato che il problema fosse risolto, che finalmente le donne avrebbero potuti prendersi i propri spazi.
Questo abbiamo visto che non è stato sufficiente perché l’oppressione della donna “non si risolve nell’uguaglianza, ma prosegue nell’uguaglianza. Non si risolve nella rivoluzione, ma prosegue nella rivoluzione”.
Carla Lonzi ha sottolineato un concetto molto importante, ovvero che l’uguaglianza è un principio giuridico ma
La differenza è un principio esistenziale che riguarda i modi dell’essere umanano, la peculiarità delle sue esperienze, delle sue finalità, delle sue aperture, del suo senso dell’esistenza in una situazione data e nella situazione che vuole darsi. Quella tra uomo e donna è la differenza di base dell’umanità. (…) La differenza della donna sono millenni di assenza dalla storia.
Riconoscere che il mondo dell’uguaglianza è il mondo della sopraffazione legalizzata è un passo enorme per capire che quelle sono solo le basi per dare davvero spazio alla varietà e molteplicità della vita.
Il problema femminile è di per sé mezzo e fine dei mutamenti sostanziali dell’umanità. Esso non ha bisogno di futuro. Non fa distinzione di proletariato, borghesia, tribù, clan, razza, età, cultura. Non viene né dall’alto né dal basso, né dall’élite né dalla base. Non va né diretto né organizzato, né diffuso né propagandato. È una parola nuova che un soggetto nuovo pronuncia e affida all’istante medesimo della sua diffusione. Agire diventa semplice e elementare.
Non esiste la meta, esiste il presente. Noi siamo il passato oscuro del mondo, noi realizziamo il presente.
In questo libro ci sono anche altri scritti iconici di Carla Lonzi tra cui l’amatissimo “La donna clitoridea e la donna vaginale” che meriterebbe di essere letto e studiato nelle scuole in un mondo ideale dove si parla di educazione sessuale, anche se si tratta di un testo che è anche molto altro.
È uno studio interdisciplinare perché spiega quanto il patriarcato abbia voluto controllare anche la sessualità della donna, decidendo quale fosse l’orgasmo giusto, cosa le dovrebbe dare piacere e naturalmente ancora una volta come dovrebbe essere sottomessa all’uomo con tanto di saggi psiconalitici a dimostrazione di tale teorie. Un’opera di liberazione per la donna, che finalmente può vedersi rappresentata nella sua sessualità in modo libero e reale ma anche un saggio fondamentale per ogni uomo che vedrà smontare tutti i miti, che lui stesso ha costruito, riguardo al piacere e la sessualità femminile.
Questi scritti , come scrive la curatrice Annarosa Buttarelli,
non sopportano commenti, spiegazioni, interpretazioni che spegnerebbero la loro forza travolgente, la loro intensa, parlante presenza… Così proponiamo di ripresentare gli scritti di Carla Lonzi senza accompagnamenti critici, come testi per la lotta delle donna, per la meraviglia di coloro che li leggeranno per la prima volta, come alimenti per la trasformazione di sé, come viatico per chi è alla ricerca della qualità di un pensiero, sempre più raro a trovarsi.
Fatevi un regalo: leggete Carla Lonzi.
Titolo: Sputiamo su Hegel e altri scritti
Autore: Carla Lonzi
Editore: La Tartaruga