Ho scoperto Roberta Guzzardi su Instagram, la seguo da qualche anno sul suo profilo @rob_art_, nella vita fa la psicoterapeuta e illustratrice e sui social condivide i suoi disegni, tra cui Mostro, il protagonista di questo libro.
Mostro è un personaggio immaginario che si relaziona con la protagonista, una ragazzina che si pone domande, riflette, ha spesso dubbi, pensieri, paure, emozioni e “mostri” da affrontare.
È normale che i mostri ci facciano paura, infatti quello che tendiamo a fare è mandarli via, non parlarci, fare finta che non esistano.
Ma quei mostri, a volte, non sono altro che delle ombre dentro di noi che vogliono semplicemente dirci qualcosa.
Roberta scopre che quel Mostro che ha dentro non vuole in realtà farle del male ma anzi vuole aiutarla ad affrontare il suo lato buio, in modo tale da svelarle quella parte di se che continua ad ignorare.
“La repressione dell’ombra è un rimedio altrettanto meschino quanto la decapitazione contro il mal di testa” diceva Jung, dunque anche la repressione dei nostri mostri ci porta a mettere da parte quella parte di noi che non è solo l’insieme delle “nostri parti negative, ma anche di quelle non ancora coscienti, inespresse, non ancora realizzate”.
Solo riuscendo ad integrare quella parte con il resto riusciremo a fare uscire il nostro vero io e ad aumentare la nostra consapevolezza.
Quello che ho amato di questo libro è stato l’unione del disegno a capitoli di scrittura su alcune delle tematiche alle quali dedica le sue illustrazioni.
Lei, la ragazzina, rappresenta tutti noi e trovo che sia estremamente dolce la scelta di renderla molto giovane, ancora un po’ bambina, adolescente, ragazza, un’età indefinita, quella che rimane dentro tutti, perché quando parliamo di sentimenti, amore, insicurezze, bisogno di accettazione, non importa l’età anagrafica che abbiamo fuori, dentro siamo sempre quellƏ bimbƏ desiderosə di un amore incondizionato, avremo sempre quel bisogno di essere accettatə dagli altri come degli adolescenti, vistƏ per quello che realmente siamo e quelle domande esistenziali non smetteranno mai di esserci per tutta la vita.
Dunque, tanto vale parlarci con quei mostri e farceli amici, come Mostro.
Così pagina dopo pagina, questi brevi dialoghi illuminanti, risolvono questioni apparentemente insormontabili con risposte semplici, che proprio Mostro porta alla luce alla ragazzina.
I dialoghi illustrati ci aiutano a guardare in faccia le nostre ombre, così da poterle illuminare, affrontando con lui la vita, l’amore, le emozioni difficile e il senso dell’insensato.
Un modo diverso per guardarci dentro senza paura, per renderci conto che non siamo soli e che quelle paure sono molto più frequenti di quello che si crede e che vale sempre la pena affrontarle.
Capii che il mostro era, in realtà, la rappresentazione della mia ombra, di quella parte scomoda contro cui lottavo da una vita e con la quale non ero ancora davvero riuscita a venire a patti. Ma capii anche che la sua intenzione non era affatto quella di sabotarmi, incasinarmi o contrastarmi, come avevo sempre pensato, anzi! Voleva aiutarmi! Il problema allora non era il mostro, il mio lato buio, quanto la mia incapacità di porgergli attenzione, di portarlo alla luce, e dargli modo, così, di svelarmi, in se stesso, la mia identità.
Titolo: Io e (il) Mostro. Storie di dubbi, paure, amore e altre mostruosità.
Autore: Roberta Guzzardi
Editore: Fabbri