Malta, 16 agosto 2022

Caro diario,

questa mattina mi sono svegliata pensando che oggi è martedi e avrei scritto.

Quando ho aperto questo sito ho deciso che avrei pubblicato almeno una volta a settimana e il martedi sarebbe stato il giorno in cui sarebbero usciti i miei articoli, un po’ costi quel che costi ed anche oggi nonostante sia in vacanza sto cercando di farlo.

Perché qualcuno si chiederà?

Perché anche se ci sono queste mattine in cui non so davvero su cosa scrivere o meglio vorrei scrivere riguardo un sacco di cose ma sono tutte estremamente impegnative e non mi va, fermarmi mi obbliga a farmi alcune domande, provare a rispondere a queste o ad osservare e alla fine mi rilassa.

È anche una sorta di esercizio per cercare di mantenere la fluidità in qualcosa che mi piace fare.

Così mi ritrovo in uno Starbucks maltese ad essere il classico clichè di quella che scrive su un macbook con accanto una tazza di caffè americano.

Mi guardo intorno e ci sono altre 4 persone con un macbook a scrivere.

Un’altra ha un laptop ma sembra leggere più che scrivere.

Ha i capelli ricci, degli auricolari che vedo solo perché una luce rossa le lampeggia dall’orecchio sinistro, si è tolta una scarpa da ginnastica e tiene il piede sinistro sotto la coscia destra. Come la capisco.

Siccome è quasi dietro di me, mi sto girando per osservarla e per fortuna ancora non mi ha visto ma ora ho notato che insieme al suo portatile ha un mouse poggiato su un quaderno e una stabilo rossa.

Mi sembra che stia usando il touchpad del laptop invece del mouse.

Chissà perchè si è fatta quel mouse se invece continua ad usare il touchpad.

Forse le si sarà scaricato?

Qualcuno l’ha convinta che usare il mouse sia più comodo ma alla fine a lei piace far scorrere le dita su quella superfice liscia?

Starà studiando?

Starà lavorando?

Dallo sguardo la vedo abbastanza concentrata, secondo me sta studiando.

Accanto a lei ha un probabile frappuccino finito e una tazza da viaggio dove potrebbe aver travasato il frappuccino o essersi portata qualcosa da casa.

Come se fossi il protagonista di “You”, serie Netflix su uno stalker affascinante, mi sono spostata in modo da poterla guardare meglio, mi manca solo un berretto per mimitizzarmi.

Si è rimessa la scarpa e ora sta scrivendo.

Sembra sapere quello che fa, sembra una che non prende il telefono solo per far scorrrere noisamente la home di qualche social ma perché deve mandare quel messaggio, deve leggere quell’articolo, deve scattare quella foto.

Alla sua destra un uomo con un macbook grigio, cuffiette con il filo ed una espressione uguale da 10 minuti.

Sorpresa.

Improvvisamente parla all’altro uomo seduto al tavolo accanto con lo stesso identico macbook che tiene sulla gamba incrociata e poggiata al tavolo.

Non ho dubbi, loro stanno lavorando.

Sono meno interessanti di lei, decisamente.

Infine alla sua destra c’è un ragazzo sempre con lo stesso modello di macbook grigio, ha le gambe accavallate e muove nervosamente la sinistra in modo non regolare.

La faccia sembra abbastanza serena, sembra anche lui sapere quello che sta facendo.

Ultimo personaggio con il macbook è talmente immobile nel fare quello che fa che non desta particolare curiosità.

Ho sbagliato.

Sono io l’ultimo personaggio con il macbook.

Ho un modello di oltre 11 anni fa, preso per scrivere la tesi.

Accanto a me una tazza di ceramica con dentro un caffè americano che 11 anni fa mi faceva schifo, adesso invece lo apprezzo, anche se mai quanto un buon espresso.

Ho sotto il costume, un vestitino da mare e mi sono appena coperta con il telo da spiaggia perché come tutte le signore di una certa età (mi sto preparando lentamente agli anta ripetendomi queste frasi), ho freddo quando mi arriva l’aria condizionata troppo vicino.

Ho gli Airpods dove ascolto la musica e un Iphone troppo grande accanto a me.

Sono una cazzo di bimba di Steve Jobs.

Mi guardo intorno, osservo le persone e mi faccio dei film mentali su di loro.

Rientro dentro di me, mi accorgo che il caffè è finito ed è davvero ora di andare al mare.

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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