Storia del mio nome, il Podcast

Non è facile parlare di razzismo.

È uno di quegli argomenti che tutti abbiamo affrontato, che viene proposto e riproposto continuamente ma sempre nella versione semplicistica: se sei razzista sei cattivo, se sei antirazzista sei buono.

Uno dei motivi per il quale il razzismo è sempre stato affrontato in modo superficiale è perché molto spesso abbiamo sentito parlare dell’argomento da persone che non lo hanno mai subito, che con tutta la buonafede del mondo, ci hanno spiegato cosa vuol dire essere razzisti e fatto nascere istintivamente un grande senso di vergogna nel provare paura verso il diverso.

Ricordo che quando ero bambina i miei nonni invitarono a pranzo delle persone nere ed io ero spaventata e attratta nello stesso tempo.

Erano diversi non solo per il colore della pelle ma anche per i loro vestiti, il modo di parlare, i loro sorrisi immensi e coinvolgenti.

L’istintiva paura di ciò che non conosciamo è normale, quello che non dovrebbe accadere è fermarsi lì e scegliere la strada più semplice per certi versi: decidere che è diverso da me e quindi sbagliato.

Questo tipo di mentalità ce l’abbiamo soprattutto noi occidentali, che crediamo di essere i più evoluti sulla terra e abbiamo questo fastidiosissimo bisogno di educare gli altri a credere nei nostri valori, usi e costumi.

Questo podcast mi è stato consigliato da più persone e a mia volta ho sentito il bisogno di consigliarlo a voi.

È la storia di Sabrina Efionayi, nata nel 1999 a Castel Volturno.

Sabrina ha due madri.

Gladys, la madre biologica è nata in Nigeria, ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos, senza sapere che il suo mestiere sarebbe stato quello di doversi prostituire.

L’altra mamma è Antonietta, napoletana, che senza aver domandato nulla, un giorno si ritrova questo fagottino tra la braccia.

Da quel giorno Sabrina cresce con Antonietta e gli zii ma anche continuando a vedere molto spesso la mamma biologica Gladys. Una crescita complessa che la vedrà molto spesso cambiare famiglia, lingua, sguardi e culture, non sentendosi mai completamente al proprio posto.

Sabrina racconta la sua storia facendo parlare la mamma napoletana, gli zii e i suoi amici creando un’empatia che si può quasi toccare, mostrando cosa significa essere nera in Italia, non avere la cittadinanza nel paese in cui sei nata, essere sempre considerata straniera e non essere mai considerata solo una donna ma una donna nera.

“Per tutta la vita ho temuto di non essere nessuno. Poi ho deciso di essere me stessa.”

Una storia dura, intensa, commovente, che ti prende a schiaffi e apre gli occhi su quanto sia immenso il privilegio in cui siamo cresciuti facendo nascere un grande bisogno di mettersi all’ascolto e voler fare qualcosa.

Vorrei invitarvi ad alzare tutti un braccio e a tenere il palmo della mano aperto. Chiudete un dito ogni volta che una delle frasi che dico ha a che fare con voi, se avete vissuto quella situazione almeno una volta, okay? (…)

Se avete ancora su tutte le dita, sappiate che quello è il vostro privilegio bianco. E no, non è una vostra colpa, ma lo diventerà nel momento in cui ignorerete ciò che succede al ragazzo col pugno chiuso al vostro fianco.

Se volete ascoltare il podcast ecco qui il link per farlo:

https://open.spotify.com/embed/show/4iq6DxLlH1rF7rZICxHNNu?utm_source=generator

Se preferite leggere esiste anche il libro:

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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