Metto subito le mani avanti: non sono neanche lontanamente esperta di fumetti, ne ho letti davvero pochi e dunque potrei scrivere banalità o addirittura sciocchezze.
Nonostante questo credo che quando ci si trovi di fronte a qualcosa di incredibilmente bello, anche i meno esperti se ne accorgano subito.
Questa graphic novel è indubbiamente qualcosa di eccezionale e basta anche solo sfogliarla per rendersene conto.
Una delle prime cose che mi ha colpito di questo enorme volume, pesante da maneggiare, sono stati i disegni.
Emil Ferris, autrice, ha deciso di narrare la storia simulando il diario della undicenne Karen Reyes, utilizzando un quaderno a righe ad anelli dove la protagonista disegna, scrive, raccontando se stessa con le sembianze di una bambina licantropa.
Siamo a Chicago tra il 1967 e il 1968.
Karen vive con la madre irlandese e il fratello maggiore, che le ha trasmesso la passione per il disegno, donnaiolo, pieno di tatuaggi e che le vuole molto bene.
Il padre viene chiamato da Karen “l’uomo invisibile” proprio perché assente dalle loro vite.
Che Karen non sia una bambina come tutte le altre è subito evidente: ama i mostri, vorrebbe essere lei stessa una di loro, le piacciono le ragazze e si veste in modo strano. Bullizzata ed isolata da tutti, finisce per crearsi un proprio mondo, per evitare di poter diventare un giorno come la comune G.E.N.T.E. = Grigi, Egoisti, Noiosi, Tristi ed Ebeti.
È il fatto che il più delle volte credono solo in ciò che vedono, annusano, gustano, toccano, sentono o comprano. Dicono “Poiché non è possibile che i mostri siano veri, allora non sono veri”. Il dizionario dice che la parola mostro viene dal latino “mostrum”, che significa “far vedere” (come dimostrare), ma la g.e.n.t.e. dice “non abbiamo mai visto un mostro, quindi non esistono”… la verità è che ci sono tante cose che non vediamo normalmente ma che sono proprio sotto al nostro naso, come i germi, l’elettricità, e forse anche i mostri sono sono al nostro naso…
La storia comincia con la morte della vicina di casa Anka Silvberg, che la polizia identifica come un suicidio, ma Karen troverà strano tutto questo e comincerà ad indagare per trovare il vero assassino.
Grazie a questa indagine ricostruirà la vita di Anka, ebrea tedesca con un passato drammatico nella Germania nazista, e ne racconterà diversi momenti al lettore.
Non voglio svelare di più della storia, che comunque non si conclude con questo volume.
L’uscita del secondo è prevista in lingua originale il 22 settembre 2022.
Un volume che sono certa sfoglierò, come si fa con i libri d’arte, anche in futuro, solo per godere dei dettagliatissimi tratti di Emily Ferris, che sembra disegnare con una biro ed un’incredibile precisione. Ogni pagina è un piccolo capolavoro e anche aprendo a caso ci si perde in fantastici dettagli che invogliano ad una rilettura che sicuramente regalerà tante altre meravigliose piccole scoperte.
Il bello dei fumetti probabilmente sta anche in questo, riguardandoli, ci sarà sempre qualche dettaglio andato perso nella prima lettura, e mi sento di dire che ogni rilettura non sarà mai uguale alla prima, probabilmente molto di più rispetto a quello che un libro con solo delle parole può fare.
Titolo: La mia cosa preferita sono i mostri. Volume 1
Autrice: Emily Ferris
Editore:Bao Publishing