Intermezzo

Dublino, protagonisti i fratelli Koubek che faticano ad andare avanti dopo la morte del padre.

Il fratello minore, il ventiduenne Ivan, è un ex ragazzo prodigio degli scacchi, che durante una competizione conosce Margaret, una donna divorziata di quattordici anni più grande con la quale inizierà una relazione. Questo sarà il motivo principale (ma anche la scusa per sollevare tante incomprensioni) per cui litigherà con il fratello maggiore, il trentaduenne Peter, un avvocato, che non riesca a smettere di provare dei sentimenti per Silvia, la sua storica ex e ammettere di essersi innamorato nella sua nuova ragazza la giovanissima Naomi.

Il libro esplora temi ricorrenti nella scrittura di Rooney: la crisi della monogamia, la difficoltà di comunicare davvero, le relazioni con grandi differenze d’età (soprattutto quando è la donna a essere più grande), e la difficoltà di separare il desiderio dal senso di colpa o dall’insicurezza. A tutto questo si aggiunge una riflessione sulla famiglia e sul lutto che viene toccata in maniera delicata, senza particolari insegnamenti ma solo mostrando una parte della vita di queste persone.

Il romanzo mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmato come è successo a molti fan di Rooney. Forse perché, pur essendo scritto con la solita sensibilità, mi è sembrato riprendere temi già molto presenti in Parlarne tra amici e in parte anche in Persone normali. Rooney torna sugli stessi nodi, come se continuasse a volerli osservare da angolazioni diverse.

È coerente ma è come se continuasse a mancare una risposta in più dai libri precedenti e forse in effetti, non ne ha.

La scrittura di Rooney rimane inconfondibile: diretta, semplice ma mai superficiale. È una prosa che scorre facilmente e che riesce a far emergere la complessità emotiva senza bisogno di enfasi. Poche righe bastano per costruire la tensione di una scena o per far percepire la distanza tra due personaggi. Quello che in altri scrittori richiederebbe dieci pagine, Rooney lo fa con due frasi.

Mi ha colpito anche come Rooney tratti la questione della differenza d’età: non in modo moralistico o romantico, ma realistico. Mostra le asimmetrie che si creano, le paure sul futuro, la sensazione che a un certo punto la distanza possa diventare insormontabile. Non ci sono proclami sul fatto che “l’amore vince tutto”, e forse è proprio per questo che le sue storie sembrano più vere anche se lasciare aperte così tante domande mi ha lasciato un po’ di frustrazione.

Intermezzo comunque conferma la sua abilità nel raccontare le relazioni contemporanee per quello che sono: complesse, contraddittorie e raramente lineari. Il romanzo non ha grandi svolte narrative, ma sa restituire quella sensazione familiare di essere sempre “a metà”, in attesa che qualcosa cambi, o che semplicemente si chiarisca.

Intermezzo è un romanzo che resta.

Offre una maturità diversa, più calma e più lucida. Rooney non cerca di stupire, ma di capire e questa sua coerenza la rende ancora una volta, una delle voci più autentiche della narrativa contemporanea.

Nonostante qualche déjà-vu tematico, Intermezzo è un romanzo che vale la pena leggere, magari non per essere sconvolti, ma per sentirsi, ancora una volta, dentro quelle domande senza risposta che fanno parte del nostro tempo.


Titolo: Intermezzo

Autrice: Sally Rooney

Edizioni: Einaudi

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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