Cosa significa davvero amare la lingua?
Cosa significa davvero amare?
Quando si ama qualcuno, qualcosa, quello che è giusto fare non è proteggere a tutti i costi l’idea che noi abbiamo di quella cosa o persona ma lasciare che sia libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, del mondo e di tutto quello che la vita gli/le metterà davanti.
Così anche per il linguaggio questo approccio sembra essere quello più adeguato a chi vuole essere un vero “grammamante”, che potremmo definire il contrario dell’essere grammarnazi, ovvero “difendere la lingua chiudendosi dentro una fortezza di certezze” e non avere paura di scoprire che le parole che usiamo non sono “sacre, immobili e immutabili” ma anzi ci aiutano a scoprire tutte le sfumature del mondo.
Chi ama il linguaggio, la scrittura, la lettura, ha sicuramente passato una fase “grammarnazi”, (anche io ci sono passata), perché quando ami qualcosa, istintivamente c’è sempre quella parte di amore violento che vuole proteggere la bellezza di qualcosa che ti permettere di esprimere te stesso, di descrivere il mondo e sentirti parte di qualcosa di grande, però poi la realtà è ben diversa, come le persone anche le parole cambiano, si modificano, alcune muoiono ma allo stesso tempo ne nascono altre e questo avviene non perché qualche ente superiore decide che le regole vanno cambiate.
La lingua è democratica e tutto dipende da noi parlanti, siamo noi a decidere e permettere il cambiamento.
Il segreto è dunque aprirsi al mondo ed ascoltare quello che questa evoluzione ci sta dicendo, o imparare a riconoscere quello che è sempre esistito ma non è stato mai nominato.
Vera Gheno, grammamante d’eccellenza, condivide in questo libro una parte della sua esperienza professionale e privata, aiutandoci a scoprire le opportunità che ci offrono le parole e il motivo per il quale dovremmo stabilire con loro una vera e propria “relazione amorosa, sana, libera, matura.
Perché le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo”.
«Non nascondete il vostro dolore e affidatelo alle parole. Il dolore che non parla sussurra al cuore affranto l’ordine di spezzarsi», scrive William Shakespeare nel Macbeth.
Il dolore parlato aiuta a stare meglio, come sa bene la psicanalisi. Dare voce a ciò che si prova è un modo per tirare fuori da sé quello che ci angustia e ci appesantisce l’animo: ci permette di porci di fronte a esso, guardarlo negli occhi ed eventualmente superarlo. (…)
Avere le parole per definirsi vuol dire avere le parole per capirsi, e capirsi significa, forse, stare un po’ meglio con sé stessi. Vuol dire potersi amare. Ecco che torna fuori, ancora una volta, il filo rosso che aspira a cucire insieme le storie di questo libro: l’amore nelle sue molteplici forme.
Titolo: Grammamanti
Autrice: Vera Gheno
Edizioni: Einaudi