La scorsa settimana è stata particolarmente stancante.
Il weekend è volato decisamente troppo velocemente senza permettermi davvero di ricaricarmi e nonostante di cose belle ne siano successe mi interrogo sul perché delle volte la stanchezza mi levi anche quello sguardo sul futuro che cerco di mantenere almeno equilibrato. Non voglio dire positivo perché per quanto mi ritenga una persona odiosamente ottimista (e dico odiosamente perché sono in grado di immaginare risvolti meravigliosi nella vita di tutti giorni che puntualmente non arrivano mai) gli ultimi anni hanno davvero reso difficile l’idea di immaginare un futuro particolarmente roseo.
Ultimamente vedo tanta stanchezza intorno a me.
Sui volti delle persone.
Mi chiedo anche se quella che io chiamo stanchezza sia in realtà l’invecchiamento, il naturale processo al quale è destinato il nostro corpo.
Ho come l’impressione però di vedere nei volti delle persone una stanchezza che va al di là del semplice invecchiare.
La stanchezza, così come il dolore, sia fisico che mentale, ci serve per avvisarci che qualcosa va modificato, prima che poi qualcosa si rompa sul serio.
La stanchezza può essere amica, la stanchezza ti dice “Adesso ti fermi, rallenti e ti prendi cura di te”.
Quali sono le cose davvero importanti?
Gli sto dedicando abbastanza tempo?
Tutto questo stress che sto accumulando mi sta portando davvero dove voglio?
Cosa succede se rallento un po’?
Fare che cosa mi rende felice?
Lo sto facendo?
Lo so che delle volte le cose sono molto più complicate di così e rallentare non è per tutti semplice soprattutto se si ha la responsabilità di qualcuno, però non bisogna dimenticare mai che quel qualcuno siamo anche noi e se siamo stanchi, dobbiamo fermarci e trovare il nostro nuovo tempo di fare le cose.
Perché questi anni non tornano più e l’unica cosa che abbiamo è l’oggi.