A me settembre una volta piaceva.
In realtà mi piace anche adesso settembre solo che rispetto a qualche anno fa ci sono alcune cose che lo rendono poco gradevole: non ho un viaggio figo da fare e fa ancora fastidiosamente troppo caldo.
I tempi del rientro a scuola sono ormai lontani per pensare al ricordo di quella sensazione dolce amara di felicità nel rivedere i compagni di classe (che poi manco tutti) e il pensiero di dover tornare ad angosciarsi per le interrogazioni ed i compiti in classe.
Di dolce ormai ci stanno solo i fichi che non mangio mai e l’uva che ho comprato oggi per mangiarla come ho imparato da bambina e che ancora credo sia il metodo più gratificante in assoluto:
Si prende un grappolo d’uva e un bicchiere.
Si apre l’acino e si tolgono i semi.
Si mette il chicco d’uva senza semi nel bicchiere.
Si va avanti finché il bicchiere non è completamente pieno.
Si mangia l’uva direttamente dal bicchiere alternando la presa dell’acino con le mani e con la bocca, come se stessi bevendo e godendosela senza dover schivare e sputare quei fastidiosi semini.
Madonna quanto sono viziata con la frutta: mi pesa lavarla, sbucciarla, odio quando sulla mela fatta a spicchi si sente quella parte dura dove stava il seme, voglio tutto liscio.
Per non parlare delle arance.
Se disgraziatamente mi capita uno spicchio duro, se vedo che dentro un’arancia ne è cresciuto uno più piccolo, se non si leva bene la parte bianca mi impressiono talmente tanto che mi viene quasi un conato.
Cosa c’entra questo con il ricominciare e settembre?
In effetti non lo so, forse qualcosa con i buoni propositi tra cui quello di mangiare più frutta che tanto so già che non avverrà.
Quindi basta buoni propositi, ormai lo sanno tutti che non servono a niente, piuttosto voglio pensare ai desideri e, perché no, anche ai sogni.
Non vanno per forza detti ad alta voce se non ci va e non per la storia che se lo dici ad alta voce non si avvera, anzi io credo che sia esattamente il contrario.
Chiedere, esprimere i nostri bisogni, sognare anche ad alta voce fa bene.
È vero che ad alcune persone è meglio non dire nulla, ma semplicemente perché c’è chi sente sempre il bisogno di esprimere la propria opinione non richiesta e negativa, che ti smonta e ti butta addosso paure alle quali non avevi pensato, ma anche lì può esserci un risvolto utile.
Quelle volte che mi è capitato ingenuamente di raccontare qualcosa che desideravo e ho ricevuto in cambio palate di ansia e negatività ho capito chi avevo davvero davanti, ed anche lì è stato utile a mettere quella persona nella giusta posizione: lontano da me.
Settembre è un mese strano, la voglia di ricominciare in fondo c’è, ricominciare cosa poi è un’altra storia ancora (magari un’altra vita?) ma poi c’è ancora quell’aria d’estate che ti distrae, che ti dice che ancora qualche bagno al mare te lo puoi fare, che bere una birretta al tramonto all’aria aperta si può ancora fare, che ancora qualcuno deve tornare, quindi pur volendo non puoi correre così tanto perché i tempi sono oggettivamente più rilassati.
Tutto è sospeso, tutto è ancora lento, sono solo le prove generali del traffico, delle corse, del dover dimostrare che ce la puoi fare a dare ancora di più, e poi di più e di più, e dai visto che sei arrivato fin qui, puoi arrivare anche più in alto, no?
Ed invece no, bisognerebbe restare sempre a settembre, approfittare di quel bagno al mare, di quella birretta al tramonto e di quei tempi semplicemente più umani.