Questa foto l’ho fatta così: di getto, senza filtri, senza poter guardare, a letto, spettinata, dopo una lunga giornata lavorativa, subito dopo aver finito il libro e mi copro la faccia perché ho un’unica certezza, sarebbe uno di quei momenti in cui mi vedrei brutta e no, non la voglio mettere una foto dove sono brutta perché “essere brutta è un peccato mortale, una tara, un crimine a cui bisogna porre rimedio con ogni mezzo. (…) perché il corpo di una donna non ha valore che non sia quello attribuito all’estetica. (…) il momento in cui diventi donna davvero è il momento in cui capisci se sei figa, e se sì, quanto”.
Questo libro l’ho letto quasi tutto d’un fiato (ho dovuto interrompere per necessità) ma non avrei mai smesso. @lagiuliab parla di se stessa ma parla anche di me, di te, di qualsiasi donna e di come ci si senta a dover stare in un corpo che non è mai totalmente tuo, che dovrà essere sempre commentato, osservato, giudicato e per quanto ci si sforzi di farci pace, arriverà sempre quello sguardo, che ormai è dentro di noi, a ricordarci che il mondo là fuori non smetterà mai di ricordarti che non sei abbastanza e questa vergogna proveranno ad usarla per farti tacere, per controllarti, per dominarti, per dirti come dovresti comportarti a seconda di quanto sei bella, a dirti cosa puoi permetterti di indossare a seconda di quanto sei magra o quanto sei giovane, a dirti cosa puoi fare con quel corpo.
Ed invece puoi fare tutto.
Siamo talmente abituate a fare l’equazione «volersi bene» con «trovarsi belle» che ci sembra impossibile amarci per come ci sentiamo, piuttosto che per il nostro aspetto.
Eppure ogni tanto succede, e la meccanica è quasi sempre la stessa: uno specchio che non avevo notato, la mia visione periferica, il mio corpo o il mio viso visti in un riflesso come se fossero quelli di un’altra. Dura pochi secondi, prima che cominci a farmi a pezzi, a individuare quello che non va, quello che non è canonico, i difetti. Ma per pochi secondi mi vedo come se fossi io, con i cannoni laser disattivati
Questo libro è sincero, onesto, terribilmente crudo (la parte sulla menopausa -di cui nessuno parla- mi ha terrorizzata e sono andata subito a cercare su Google altre informazioni) ma fa anche ridere forte ( il Cazzo Magico nemmeno fosse la bacchetta di Harry Potter, il disvelamento della Faccia da Stronza e l’intramontabile rattrappimento del cazzo e la sua caduta istantanea sul marciapiede mi hanno fatto morire).
Sono a tutti gli effetti una bimba di Giulia Blasi, ma questo, già lo sapevo da un pezzo.
Titolo: Brutta
Autrice: Giulia Blasi
Editore: Rizzoli