Litigando si impara

Mi piace che “Litigando si impara” sia l’ultimo libro che ho cominciato nel 2020 ed il primo libro che ho finito nel 2021.

Mi piace perché nonostante i buoni propositi per l’anno nuovo mi siano diventati un po’ odiosi, ho trovato una guida da portarmi dietro quest’anno ed in quelli a venire, per imparare a “stare nei conflitti quando ci si sente circondati”.

Questa espressione, oltre a descrivere perfettamente come spesso mi sento, mi sembra particolarmente adatta alla “voglia di litigare” che sembra sempre più presente intorno a noi.

Ma siamo davvero sicuri che alla gente piaccia litigare e non sia invece solo un’incapacità ad esprimente il dissenso?
Un tentativo maldestro di chiedere spiegazioni?

“Il litigio è sostanzialmente un errore della discussione”, scrive @br1mastro , perché non necessariamente due persone con opinioni differenti non hanno interesse a confrontarsi sulle idee ed a capire la posizione dell’altro.

Eppure la maggior parte delle discussioni, specialmente online, finisce sempre male, fornendo “materiale litigioso” agli occhi di una moltitudine che legge e che, a loro volta, verrà inquinata da questi litigi odiosi dove sembrerà sempre più impossibile confrontarsi ma solo insultare, ridicolizzare posizionarsi.

La polarizzazione delle idee è una conseguenza di questa incapacità di sapersi confrontare, dove tutto è bianco o è nero e dove solo chi fa parte della propria “bolla” di idee, vale la pena di essere ascoltato.

Perché invece non provare a capire quando discutere, quando lasciar cadere, replicare, difendersi?
Perché non imparare a pensare criticamente?

Il pensiero critico non si sviluppa da soli, ma viene allenato proprio nelle dispute. Incontrare le obiezioni alle proprie idee costringe a muoversi e a progredire rispetto alle strutture abituali delle proprie certezze, insegna ad anticipare le possibili contraddizioni, a capire la struttura delle argomentazioni e a trovarne le debolezze. In una parola fa maturare tutta una serie di abilità metacognitive che rendono più coscienti di sé stessi e più consapevoli rispetto a ciò che di conosce.

L’importanza di “capire le ragioni che costituiscono il mondo in cui l’altro vive”, cercare di portare degli esempi positivi piuttosto che “spegnere tutto” e smettere di confrontarsi. “L’odiatore non è un condannato a una condizione immutabile: persino lui può cambiare i suoi modi, tornare sui suoi passi, riflettere per lo meno in cuor suo (anche se magari non lo ammette in pubblico) quando riceve una risposta felicemente disputante”.

Così come suggerisce BM, quest’anno voglio partire con l’idea che, come si impara dagli errori, anche litigando si impara, anzi disputando, infatti “La disputa felice” (altro libro di Bruno Mastroianni) è già tra la pila dei #libridaleggere.


Titolo: Litigando si impara

Autore: Bruno Mastroianni

Editore: Franco Cesati Editore

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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