NO. Del rifiuto e del suo essere un problema essenzialmente maschile.

NO. Del rifiuto, di come si subisce e di come si agisce, e del suo essere un problema essenzialmente maschile.

È questo il titolo intero del saggio di Lorenzo Gasparrini sul consenso, o meglio sul rifiuto e di come questo sia un problema soprattutto maschile.

Lorenzo Gasparrini, filosofo romano, classe ’72, dopo una breve carriera accademica in diverse università del centro Italia, decide di dedicarsi alla diffusione e divulgazione degli studi di genere, rivolti soprattutto ad un pubblico maschile.

Già autore di “Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni” e “Non sono sessista, ma…” Lorenzo ha molto a cuore la parità di genere infatti torna in uscita a giugno con un altro libro proprio su questo tema dal titolo “Perché il femminismo serve anche agli uomini”.

Per comprendere davvero le questioni di genere non si può fare a meno di introdurre il tema del patriarcato e di come questo, sia strettamente legato al tema del capitalismo.

È evidente che le origini del patriarcato appartengano ad una costruzione sociale pre-biblica e come la storia dimostra, è presente in ogni ideale politico:

anche comunismo e socialismo nascono “maschi”, e le tante lotte di donne impegnate sul campo e con i loro scritti già a fianco di nomi storici dei movimenti per i diritti dei lavoratori confermano che quella di tenere fuori dal gioco tutto ciò che non riguardava gli uomini era una scelta politica precisa e non una fatalità inevitabile o una disgraziata occasione mancata.

La formale parità di genere di oggi mette le donne ancora in una condizione complicata, piena di “pregiudizi e stigmi sociali”, scrive Lorenzo.

Quando la donna decide di ribellarsi e lottare, per la maggior parte delle persone “sono femministe isteriche che non si sono rese conto che gli anni Sessanta sono finiti”.

Dopo avere analizzato i vari universi simbolici, Lorenzo Gasparrini arriva al tema del no, ricordando come il contesto agonistico nel quale il maschio si trova ad agire sin da piccolo, lo spinge a credere di essere libero da ogni condizionamento e che, a patto di impegnarsi duramente, potrà ottenere tutto quello che vuole.

La cultura della sfida, presente in molti aspetti dell’educazione maschile, porta il maschio a vivere il no, come un ostacolo da superare per dimostrare di “essere uomo” e ogni aspetto della vita, dall’emotività ai sentimenti fino alle attività economiche e lavorative, sono un traguardo da raggiungere.

Il rifiuto della sfida diventa quindi un problema di identità di genere.

Se non sono in grado di competere, se non gareggio, se non lotto per ottenere quei “simboli maschili” allora non sono abbastanza uomo.

L’uomo è convinto di essere libero e non si accorge di essere lui stesso vittima del sistema patriarcale.

Anche un rifiuto sentimentale può quindi essere molto difficile da elaborare.

Moltissimi uomini sono convinti che il provare con abnegazione un sentimento d’amore sia condizione necessaria e sufficiente affinché l’oggetto di questo loro sentimento non abbia nulla da obiettare nel riceverlo e nel condividerlo. (…) Questa immagine mitologica di un sentimento puro che va ‘premiato’ con il consenso non è differente da quella di una maschia prepotenza che conquista l’ambita preda sessuale: si tratta in entrambi i casi di miti costituenti il classico paradigma della virilità.

Ma sono anche altri i no che Lorenzo Gasparrini analizza in questo libro: da quelli sul lavoro, che spesso spingono l’uomo a gesti estremi proprio perché non si sente riconosciuto a livello sociale, fino ai no dati dalla famiglia come comprendere la differenza tra ‘avere’ una famiglia ed ‘essere’ una famiglia, tra ‘avere’ figli ed ‘essere’ padre.

Uscire da un sistema di potere che crea questo tipo d’identità di genere basata sull’oppressione delle altre identità, eviterà anche di entrare in crisi ogni volta che si riceve un rifiuto.

Il rifiuto, il no, deve passare da ostacolo a strumento, da sgradita opposizione a veicolo di liberazione. Bisogna esercitarlo nel verso giusto; accettarlo come occasione critica e non schiacciarlo con un abuso; sfruttarlo come possibile meraviglia, comprensione diversa di una situazione e non scavalcarlo con indifferenza.

Rifiutare il patriarcato.

Rifiutare una logica binaria.

Rifiutare una logica sessista.

Rifiutare di essere oppressori.

Scoprire l’esistenza di uomini come Lorenzo Gasparrini dà la speranza che finalmente l’unione delle forze tra uomini e donne possa creare cambiamenti reali nella lotta per la parità di genere ed a far capire che la parola “femminismo” non è una forma d’isteria, ma un discorso molto sensato che alla fine renderà tutti più liberi e consapevoli.


Titolo: NO. Del rifiuto e del suo essere un problema essenzialmente maschile.

Autore: Lorenzo Gasparrini

Editore: Effequ

(articolo originariamente scritto per Young Women Network)

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Laureata in filosofia, giornalista pubblicista, podcaster, formatrice, amo i gatti, i libri e viaggiare.
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